Varie 18 marzo 2021

Che export tira? Gennaio 2021

Il 2021 si è aperto con una contrazione dell'export italiano di beni pari all'8,5% rispetto allo stesso mese anno precedente. Il dato risente del confronto con un inizio di 2020 ancora esente dagli effetti della pandemia.

1. Il mese di riferimento

La congiuntura. Nel primo mese dell’anno l’export torna a crescere rispetto al mese precedente, dopo l’osservazione negativa di dicembre (+2,3% gen.‘21 vs. dic.‘20). Anche il dato trimestrale mostra un andamento positivo (+2,4% nell’ultimo trimestre rispetto a agosto-ottobre), grazie in particolare all’aumento delle vendite di beni intermedi.

Il trend. A gennaio il valore dell’export si è contratto dell’8,5% su base annua, influenzato dal calo dei volumi a fronte di una stabilità dei valori medi unitari.

Contesto globale. La performance di gennaio 2021 risente del confronto con un inizio di 2020 ancora esente dagli effetti della pandemia.

 

2. Come è andato il primo mese

Il dato tendenziale di gennaio è fortemente condizionato dalla flessione delle vendite di beni di consumo non durevoli, tra cui prodotti farmaceutici (-9,0% rispetto a gennaio 2020) e alimentari e bevande (-7,2%), e di beni strumentali, quali mezzi di trasporto (-19,5%) e meccanica strumentale (-3,0%).

 

2.1. Dentro e fuori l’Unione Europea

Pur rimanendo in negativo, la domanda dei Paesi Ue si è contratta meno rispetto a quella complessiva (-4,7% rispetto a gennaio 2020), attenuata dall’andamento in Polonia (+5,8%) e Germania (+0,9%). In forte calo invece l’export verso Belgio (-8,3%), Austria (-7,2%) e Francia (-7,0%).

La contrazione è più accentuata  nei mercati extra-Ue (-12,7%), specie in Regno Unito (-37,4%), Stati Uniti (-20,6%), Russia (-16,3%) e Turchia (-15,0%). In controtendenza l’export verso Cina (+29,2%), Mercosur (+8,2%) e Oceania (+3,3%). 

 

2.2. Focus Paesi

A gennaio 2021 le performance positive di Cina, Polonia e Germania sono accomunate da una marcata crescita in alcuni settori del raggruppamento dei beni intermedi, a dimostrazione di una ripresa dell’attività economica in atto. A trainare nelle tre geografie è stata proprio la domanda di prodotti in metallo (rispettivamente +35,3%, +25,4% e +10,8%) e quella di apparecchi elettrici (+134,8%, +13,1% e +10,6%). Positivo anche l’export di farmaceutica, in controtendenza con quello complessivo del settore (+3,1% verso Pechino, +49,9% verso Varsavia e +17,5% verso Berlino).

 

2.3. Focus industrie e settori

L’anno si apre in negativo per tutti i raggruppamenti principali di industrie. Il calo è tuttavia più contenuto per i beni intermedi (-3,4% rispetto a gennaio 2020), data anche la loro natura di anticipatori del ciclo economico.

Marcata, invece, la contrazione per i beni strumentali (-9,8%), influenzati dall’andamento particolarmente negativo degli altri mezzi di trasporto (-34,7%), che tuttavia nel gennaio 2020 erano stati soggetti a movimentazioni occasionali di cantieristica navale, specie verso gli Stati Uniti. Simile la dinamica per i beni di consumo (-9,7%), condizionati dall’andamento negativo dei beni non durevoli (-11,3%). Rimangono stabili i beni durevoli (+0,1%).

Dopo una performance positiva nel 2020 (+1,9%), l’anno inizia in contrazione per alimentari e bevande, a causa di una riduzione marcata della domanda nei mercati extra-Ue (-10,3%) e più contenuta all’interno dell’Ue (-4,4%). Fa eccezione la dinamica del blocco asiatico: in Cina, India e Giappone si osserva infatti una crescita del 19,4%, 7,8% e 7,7% rispettivamente.

Calo relativamente più contenuto per l’export di meccanica strumentale, attenuato dalle performance in Cina (+20,0%), Stati Uniti (+15,6%) e Germania (+0,3%). Stabili invece le esportazioni di elettronica, per cui la flessione nei Paesi extra-Ue (-1,0%) è stata compensata dalla crescita dei mercato europeo (+2,6%)

Scarica il documento!

 

Desideri ulteriori informazioni?
Compila il modulo e ti risponderemo al più presto.
Varie 16 aprile 2024
Tra gennaio e febbraio le vendite italiane oltreconfine sono risultate in rialzo dello 0,8%, sul supporto dei valori medi unitari (+1%) e a fronte di un contributo pressoché nullo del dato in volume (-0,2%).
Focus On 10 aprile 2024
Con una crescita del 2,9% medio annuo nei prossimi tre anni, l'export italiano di vini raggiungerà nel 2026 gli €8,5 miliardi. 7 bottiglie su 10 che varcano i confini nazionali sono di vino, 3 di spumante. Veneto, Piemonte e Toscana le maggiori regioni esportatrici e Stati Uniti, Germania e Regno Unito le maggiori destinazioni. Ottime opportunità di crescita, trainate anche dai consumi internazionali che nel 2024-25 aumenteranno del 2,3% annuo, provengono anche da Giappone, Cina, Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti. L'intelligenza artificiale arriva anche nel settore vinicolo offrendo numerosi vantaggi in termini di qualità, efficienza e sostenibilità della produzione.
Varie 15 marzo 2024
A gennaio 2024 il valore dell’export italiano è rimasto pressoché stabile su base annua (-0,2%). L’incremento dei valori medi unitari (+1,7%) è stato compensato da una simile riduzione del dato in volume (-1,8%).